1 luglio 2016. - In tale data la Congregazione delle Cause dei Santi ha emesso il Decreto di Validità della Causa di beatificazione del Servo di Dio Raffaele Gentile. Ora si passa alla costruzione della Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis

sabato 19 settembre 2015

27. CONCLUSIONE INCHIESTA DIOCESANA, 17.09.2015








 Conclusione della Causa di beatificazione del Servo di Dio Raffaele Gentile, 
fedele di Cristo, laico. 
(Padre Pasquale)

Padre Pasquale Pitari introduce la Sessione
Ecc. Rev.me, fratelli in Cristo, pace e bene!

La celebrazione pubblica della Sessione di chiusura della Causa di beatificazione di un  Servo di Dio, incoraggiata dalla Chiesa, ha un indubbio significato pastorale. Vuole ricordare a tutti noi la comune vocazione alla santità, e stimolare la conoscenza delle meraviglie che la grazia di Dio può compiere nella vita di un fedele, quando questi si lascia guidare dallo Spirito di Dio. Oggi la nostra Chiesa particolare (il clero, i religiosi e i laici), rivolge lo sguardo al dottore Raffaele Gentile, settimo Servo di Dio della nostra Diocesi, assieme a Paolo D’Ambrosio da Cropani, Concetta Lombardo di Stalettì, Mariantonia Samà di sant’Andrea Jonio, Francesco Caruso di Gasperina, Nuccia Tolomeo e Antonio Lombardi di Catanzaro.
Il 27 novembre 2014 nella Chiesa di San Giovanni, parrocchia del Servo di Dio, abbiamo celebrato la prima sessione di apertura della Inchiesta diocesana della sua Causa di beatificazione e canonizzazione.
Non sono passati ancora 10 mesi e già l’Inchiesta è completata. Abbiamo raccolto 11 volumi editi, due riflessioni teologiche sugli scritti, 2600 pagine di documenti e  550 pagine di Atti. Abbiamo escusso 44 testimoni e raccolto 72 dichiarazioni scritte. Grazie al Signore!
Fra qualche giorno porterò in Vaticano, presso la Congregazione delle Cause dei santi, due copie degli Atti della presente Inchiesta. Terminata la fase diocesana, inizia la fase romana.
Prima di dare la parola al postulatore Don Vitaliano Smorfa, che traccia il profilo del Servo di Dio, cui seguiranno i giuramenti degli operatori della Causa e la lettura, da parte del Cancelliere, Don Giovanni Scarpino, del decreto di conclusione dell’Inchiesta, alcune parole di ringraziamento e una riflessione.
Rigraziamenti
Mons. Milito, Mons. Bertolone, Mons. Cantisani
In quanto Promotore di giustizia del Tribunale, anche a nome di Mons. Raffaele Facciolo, delegato episcopale, e di Don Marcello Froiio, notaio attuario, ringrazio tutti coloro che hanno permesso che la Causa si svolgesse nel migliore dei modi:
Dapprima ringraziamo Lei, Eccellenza, che ha creduto nella Causa e ha accettato di esserne l’Attore;
poi ringraziamo il postulatore diocesano Don Vitaliano Smorfa; i  testimoni e gli autori delle dichiarazioni scritte; i censori teologi, Mons. Giuseppe Silvestre e Don Salvino Cognetti, e i membri della Commissione storica: Don Emidio Commodaro, Padre Aldo Mercurio e Padre Giuseppe Sinopoli.  
 
In primo piano le figlie e la moglie
Un grazie particolarissimo va alla famiglia del Servo di Dio che ha collaborato con la Commissione storica, offrendo ampia disponibilità di setacciare l’archivio personale del dottore Gentile.
Un vivo ringraziamento va anche a S. Ecc. Mons. Cantisani, presidente onorario dell’Associazione di volontariato “Raffaele Gentile”, unitamente al Presidente Avv. Rosario Chiriano e a tutti i suoi membri, Mons. Francesco Milito, e i signori Federico Bonacci, Sebastian Ciancio, Mario Cortese, Elisa e Maria Gentile, Luigi Mariano e Teobaldo Guzzo, Guido Mauro, Cesare Mulè, Alberto Scerbo, Mons. Giuseppe Silvestre e Francesco Talarico.
L’Associazione, costituitasi come Comitato di studi e ricerche, ha organizzato sei importantissimi Convegni di studio per la conoscenza sempre più approfondita della vita, della attività e della  spiritualità del Servo di Dio.

(Questi i titoli dei convegni:

Riflessione
Quando il 18 dicembre 2006, a due anni dalla morte, Mons. Facciolo ha presentato nel salone del San Pio X i due volumi “Una vita per amore – Raffaele Gentile, Il pensiero e Testimonianze”, egli ha detto queste parole:

“Il testo è lo scrigno prezioso che contiene il vissuto di quest’anima candida, illuminata dalla verità di Dio e riscaldata da una carità che serve. Lo affidiamo alla Chiesa perché senta i palpiti di una mente e di un cuore fattisi ‘servizio’ ai poveri, perché, dopo i prescritti tempi, apra questo scrigno come guida e prova della santità di vita”.

In queste poche parole è condensata la motivazione per cui è stata avviata l’inchiesta diocesana che oggi si conclude. Il “servizio ai poveri”, come espressione del comandamento nuovo della carità, è il motivo che più emerge di tutta la riflessione dell’Inchiesta, senza negare l’importanza essenziale di altri motivi, riguardanti la sua vita spirituale (preghiera, virtù, amore per Cristo, per Maria, per la Chiesa, per la famiglia).
In Raffaele Gentile, “servo dei poveri”, oggi la Chiesa di Catanzaro-Squillace può rileggere la storia del suo impegno caritativo dopo la tragedia della seconda guerra mondiale.
Sotto la saggia guida del Servo di Dio Padre Francesco Caruso di Gasperina, Direttore spirituale per un trentennio dei seminaristi teologi del san Pio X, una schiera di sacerdoti diocesani e di anime evangeliche hanno operato nel sociale con carità operosa e gratuita. Ricordiamo Mons. Giovanni Apa, Don Nicola Paparo, Don Domenico Vero, Don Giovanni Capilupo, Don Giuseppe Caporale, e i laici: Maria Innocenza Macrina, Serafina Caliò, il Servo di Dio Antonio Lombardi.
Il dottore Gentile è stato uno di questi. Ha operato per 40 anni (dal 1946 al 1986) nella In Charitate Christi  con intelligenza d’amore e spirito cristiano: era il braccio destro di Mons. Apa. La stessa carità l’ha espressa nell’esercizio della sua professione di medico nella Cassa Mutua dei Coltivatori Diretti e come medico di fiducia, nella Chiesa (nell’Azione Cattolica), nella politica (tre volte Consigliere comunale), nel volontariato (Croce Rossa), nella famiglia.
Interessanti e conclusive le parole di  Mons. Cantisani:

“Senza Raffaele Gentile non si può scrivere la storia della Chiesa di Catanzaro. Egli è stato una figura esemplare ed è oggi di stimolo per tanti laici impegnati nei vari campi del civile, del sociale, della politica e della Chiesa”.

Parte dell'assemblea
2. Profilo della vita e della spiritualità del Servo di Dio Raffaele Gentile 
(Don Vitaliano Smorfa)

Il postulatore Don Vitaliano Smorfa
Il Servo di Dio Raffaele Gentile nacque a Gemona del Friuli il 28 novembre 1921 da Rosario Gentile (ferroviere) e da Elisa Bonato (casalinga). Presto i genitori lasciarono Gemona per trasferirsi a Catanzaro, dove furono accolti e ospitati dalla sorella e dal fratello del papà, Mariannina e Don Camillo, parroco della Parrocchia di Santa Maria di Mezzogiorno. Raffaele crebbe nella casa canonica dello zio, da cui ricevette quell’indirizzo spirituale e religioso, che animò  ogni pensiero e gesto della sua vita. Ebbe due fratelli: Aristide, che morirà di leucemia il 18 aprile 1946 all’età di 23 anni, e Camillo. Di intelligenza vivace e di carattere serio e pio, dopo la maturità classica (1939), conseguita al liceo Galluppi di Catanzaro, studiò Medicina e Chirurgia  a Bologna, a Bari e a Palermo dove si laureò, il 27 luglio 1945.

Iniziò subito a lavorare come medico di base e presso l’Ospedale civile di Catanzaro. Qui lavorò fino al 1960, prima nel Pronto Soccorso e poi come aiuto dermovenereo del reparto di medicina. Ricoprì incarichi di vertice in settori della sanità pubblica e del volontariato.

Dal 1955 fino al 1984 lavorò nella Cassa Mutua dei Coltivatori Diretti come Direttore sanitario.

Dal 1963 al 1978, per 15 anni fu Presidente del Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana di Catanzaro. 
Presidente della Croce Rossa


Dal 1976 al 1988 fu Direttore dei Corsi per Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, nonché docente di Igiene e Medicina Sociale.

Dal 1955 al 1973 fu Medico legale nel contenzioso giudiziario dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (sede di Catanzaro).

Dal 1946 al 1986, per quarant’anni, fu Direttore sanitario della In Charitate Christi, oggi Fondazione Betania onlus, lavorando costantemente accanto a Don Giovanni Apa e alla signorina Maria Innocenza Macrina. Di questa Opera Pia, per il suo costante impegno, può essere considerato uno dei fondatori, portandola a un livello di avanguardia: offrì alle ospiti minorate, disabili e anziane, un’attenzione amorevole e un’assistenza qualificata, dotandola di laboratori specialistici, come quelli di analisi cliniche e di radiologia, uno studio dentistico e palestre di riabilitazione. Per il suo poliedrico impegno nel sociale ricevette da più parti riconoscimenti, anche a livello nazionale.

Il dottore Raffaele Gentile fu un medico cristiano che ha servito Cristo nei poveri e nei derelitti. Tutti ricordano ancora la sua grande disponibilità e il suo animo sensibile e caritatevole con cui consolava e curava i malati.
Mostra lavori delle disabili con Mons. Fares









































































La sua anima profondamente religiosa, ricca di fede, si nutriva di Eucaristia, di devozione mariana, di Parola di Dio e di un senso vivo della Chiesa. La fede permeò, quindi, la sua esistenza, improntandone l’agire professionale; divenne la linfa vitale del suo impegno, oltre che nel sociale, anche nella Chiesa, nella politica e in famiglia.

“Amò  la Chiesa di un amore  appassionato. Non una Chiesa astratta, ma quella inserita nella storia e  incarnata  nel  territorio:  la  Chiesa  che  è  in Catanzaro-Squillace”[1].  Collaborò intensamente con i Pastori di Catanzaro: Mons. Fiorentini, Mons. Fares e Mons. Cantisani. Fu il loro braccio destro nell’impegno della Chiesa diocesana nel sociale.  Dal 1947 al 1951 fu Vice Presidente della Giunta Diocesana dell’Azione Cattolica di Catanzaro. Dal 1951 al 1973 fu Presidente della Giunta Diocesana dell’Azione Cattolica di Catanzaro. Nel 1961 avviò  a Catanzaro l’Associazione dei Medici Cattolici, affidandola al Santo medico Giuseppe Moscati, di cui era tanto devoto, e dal 1961 fino al 1983 fu Presidente dell’Associazione.

“Fu uno dei membri più impegnati del Consiglio  Pastorale Diocesano, sempre  presente  alle  riunioni, a cui non fece mai mancare la sua parola, fatta di grande equilibrio e di coraggiosa proposta. Voleva che la Chiesa fosse così bella da rivelare con la sola presenza il volto del suo Sposo. Fu anche membro del Sinodo Diocesano nel 1993-’95 e tanto lavorò per l’apertura della Causa di beatificazione del suo maestro Servo di Dio Antonio Lombardi”[2].

Gentile parla in Consiglio Comunale
L’amore per l’uomo portò il Servo di Dio ad esercitare la carità nel difficile campo della politica. Lo fece permeandola dalla fede in Cristo. Fu tra i promotori del Movimento della Democrazia Cristiana in Catanzaro e Provincia e, nel 1947, fu redattore capo de “Il Popolo d’oggi”, organo ufficiale del Partito Democristiano per la Provincia, diretto dall’on. Vito Galati. Nel 1946, nel 1952 e nel 1964, fu eletto Consigliere Comunale di Catanzaro nelle elezioni amministrative. Per tre sessenni, in politica, fu “portatore genuino delle istanze popolari e difensore del valore dell’etica nella politica”[3].





La famiglia
Il 15 ottobre 1960 il Servo di Dio sposò Susy Liotta, e dal matrimonio nacquero Elisa e Maria. In famiglia espresse quotidianamente un amore fedele, attento, rispettoso e premuroso. Assistito dalla famiglia e confortato dai sacramenti, corroso da un brutto male, morì serenamente, invocando il nome del Signore, a Catanzaro, il 18 dicembre 2004,

 A undici anni dalla sua morte tanti catanzaresi di tutte le estrazioni sociali ancora lo ricordano con affetto e devozione come un professionista cristiano che ha vissuto la sua vocazione alla santità nel quotidiano, esercitando in modo edificante ed esemplare le virtù cristiane teologali, cardinali e umane.

La sua causa di beatificazione è uno straordinario stimolo per tutti, soprattutto per i laici cristiani, impegnati a servire Cristo nei poveri del mondo.





[1] Testimonianza dell’Arcivescovo emerito di Catanzaro, Mons. Antonio Cantisani.
[2] Testimonianza dell’Arcivescovo emerito di Catanzaro, Mons. Antonio Cantisani.
[3] Testimonianza di Marcello Furriolo, sindaco di Catanzaro e collega di partito.
 


3. Intervento di S.E. Mons. Vincenzo Bertolone


Ringrazio il Signore per avermi dato l’occasione non solo di credere in questa nobile figura catanzarese ma di assumere a nome della diocesi la responsabilità di portarla avanti in questo processo.
Ma voglio ringraziare dal profondo del cuore Padre Pitari senza il quale questa Causa credo non avrebbe avuto questa velocità, né questa completezza. Si è abbastanza allenato con altre Cause e anche attraverso amarezze e difficoltà ma, trattando con i Santi, “Padre Pasquale, - gli ho detto l’altro giorno -, dobbiamo imparare anche noi ad ingoiare qualche rospo e offrirlo al Signore e santificarci come loro”.
E questo spirito di sacrificio lo ha accompagnato e lo accompagnerà ancora per Gentile ed anche per le altre Cause che con molta virtù si portano avanti.
Ringrazio S. E. Mons. Milito che ha seguito tutto quanto è stato fatto per questa Causa, a partire dai Convegni,  - l’anno scorso era presente all’inizio della Causa -: ha sempre accompagnato con la sua presenza e i suoi consigli e con i suoi interventi questo cammino.
Ringrazio Mons. Cantisani che ha avuto espressioni, riprese da Padre Pasquale, che dicono tutto: “è un pezzo di storia di Catanzaro il prof. Gentile, anzi, senza il quale - ha detto lui - non potremmo scrivere la storia del dopoguerra”. Dire questo significa dargli una lode che va aldilà delle semplici parole di circostanza.
Ringrazio il Tribunale e tutti i suoi membri che hanno lavorato.
Ringrazio l’Associazione che intorno a lui si è costituita, con il suo Consiglio direttivo.
Pregate il Servo di Dio perché manifesti anche dall’alto la sua presenza a beneficio degli ammalati, dei bisognosi; come ha fatto in vita continui a farlo anche dal cielo.
Possiamo dire del dottore Gentile che è l’incarnazione della misericordia. Misericordia in atto, concreta. A tutti voi che siete qui presenti il mio grazie per la vostra presenza. 
(Nell’Omelia): “Il dottore Raffaele Gentile, autentico uomo della misericordia, con mitezza, umiltà, disponibilità, gratuità, sulla scia di San Giuseppe Moscati ha servito questa Chiesa”.     


4. Foto dei giuramenti  


RILEVANZA  E IMPORTANZA  DELL’ESEMPIO  E DEL MESSAGGIO
DEL SERVO DI DIO PER LA CHIESA E PER LA SOCIETÀ DI OGGI.
 
Con l’apertura della Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Raffaele Gentile la Chiesa di Catanzaro-Squillace ha voluto offrire all’attenzione del Popolo di Dio un ulteriore modello di vita laicale, intimamente unito al suo maestro e guida Servo di Dio Antonio Lombardi, di cui è stato il principale assertore dell’opportunità di avviare la Causa di beatificazione.
Vivendo una spiritualità, fortemente legata al comandamento nuovo dell’amore proposto da Cristo, il Servo di Dio ha offerto alla Chiesa e alla società una testimonianza di servizio umile, intelligente e intenso all’uomo bisognoso, soprattutto indigente, solo per amore. Cristo e il suo Vangelo erano il paradigma di questo servizio. Questo concetto è stato espresso anche nel titolo dei due volumi, “Una vita per amore – Raffaele Gentile; Il Pensiero / Testimonianze”, curati dal Vicario dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, Mons. Raffaele Facciolo.
Da buon cristiano, come figlio della Chiesa, formato nell’Azione Cattolica e alla scuola del Concilio Ecumenico Vaticano II, in costante comunione con il suo Vescovo, ha fatto proprio il programma ecclesiale dell’ A. C. “Preghiera, Azione e Sacrificio”. Queste parole, - egli ha scritto – “rappresentano, anche oggi in tema di armi nucleari, gli strumenti bellici imbattibili ed insostituibili per vincere tutte le battaglie della Fede"[1]! Sono state per lui e per tutta l’Azione Cattolica diocesana, che egli ha guidato per decenni, un programma di santità, di vita e di apostolato. Sono state pure la traccia del suo cammino ascetico, di conversione a Cristo-Servo del Padre e dell’uomo, sorretto dalla devozione tenerissima verso Maria, la Mamma Immacolata. Vivendo questo percorso, il Servo di Dio ha dato una luminosa testimonianza evangelica nel mondo segnato dal dolore.
Questo programma lo ha vissuto tutta la vita, soprattutto nei quaranta anni in cui ha operato come Direttore sanitario della “In Charitate Christi”, che significativamente non è soltanto la denominazione della struttura caritativa, fondata da Mons. Giovanni Apa, ma anche l’anima di tutto l’impegno profuso nella struttura dal dottore Gentile e da tutti gli operatori. All’ingresso della struttura c’era un cartello “Qui si ama”.  In sintesi, l’amore di Cristo ha motivato e sorretto il pensiero e l’opera del Servo di Dio.
Il notaio Don Marcello Froiio
È vissuto sempre radicato nel territorio sociale ed ecclesiale della città di Catanzaro, come un lievito evangelico, sapendo integrare e unificare la sua vita interiore e la sua attività professionale come un continuo atto di carità cristiana. 
Oggi la Chiesa, l’Azione Cattolica, gli uomini di cultura, i politici, i laici (in senso lato) e particolarmente gli operatori sanitari, possono guardare a lui come una persona esemplare, da imitare e da invocare. Egli seppe essere un uomo fortemente e armonicamente impegnato nel sociale, nella famiglia e nella vita della Chiesa con lo stile delle beatitudini, con mitezza, umiltà, disponibilità e gratuità, sulla scia di San Giuseppe Moscati.
   
[1] Una vita per amore – Raffaele Gentile, Il Pensiero, 481.



5. Decreto di chiusura della Causa


In cancelliere Don Giovanni Scarpino legge il decreto di chiusura della Causa
VINCENZO BERTOLONE

Per Grazia di Dio e della Sede Apostolica

Arcivescovo Metropolita di Catanzaro – Squillace



DECRETO DI CHIUSURA DELL'INCHIESTA DIOCESANA

SULLA VITA, LE VIRTÙ EROICHE E LA FAMA DI SANTITÀ

DEL SERVO DI DIO  RAFFAELE GENTILE

  

Io sottoscritto S. E. Mons. Vincenzo BERTOLONE, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace,
- premesso che il 27 novembre 2014 ho costituito il Tribunale diocesano per istruire la Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio  Raffaele Gentile, laico di questa Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace;
- premesso che il Tribunale diocesano ha espletato con lodevole impegno il proprio lavoro con la raccolta di tutta la documentazione necessaria e l'escussione di testimoni,
con il presente decreto
dichiaro definitivamente conclusa l'Istruttoria diocesana e confermo che tutto è avvenuto nel rispetto della normativa canonica vigente e della verità storica e teologica.
Dalla Nostra Sede Arcivescovile, 17 settembre 2015 
+ Vincenzo   Bertolone


Don Giovanni Scarpino

      Cancelliere vescovile 

6. Concelebrazione dell'Arcivescovo con il clero della diocesi
Pagina del Sito della Arcidiocesi (cliccare) 

E' seguita la concelebrazione con più di cento sacerdoti della diocesi (a sinistra la famiglia)
L'omaggio e il ringraziamento della famigloia Gentile all'Arcivescovo
 
7. Articolo su "Avvenire" del 19 settembre 2015, pagina 15
(cliccare sull'articolo per leggerlo con facilità)
 
8. Riflessione sulla misericordia di Dio 
https://gloria.tv/post/W9UyQwkUbCCq2h3socHggWJuE