Filmato su Raffaele Gentile e il suo impegno politico
Profilo civico del dottore Gentile (cliccare).
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Introduzione di Luigi Mariano Guzzo (cliccare).
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Relazione di Mons. Antonio Cantisani (cliccare).
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Intermezzo di Sebastian Ciancio - Letture (cliccare).
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Relazione di Don Salvino Cognetti (cliccare).
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Relazione di Cesare Mulè (cliccare).
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Riflessione di Clotilde Albonico (cliccare).
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Testimonianza di Marcello Furriolo (cliccare).
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Intervento di Franco Cimino (cliccare).
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Comunicazione di Padre Pasquale Pitari (cliccare).
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Riflessione di Silvestro Giacoppo (cliccare).
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Conclusione di Rosario Chiriano (cliccare).
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Conclusione di Rosario Chiriano (cliccare).
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La "In Charitate Christi" (cliccare). "Video su Gloria.tv"
Raffaele Gentile, tra memoria e profezia |
4° Convegno sulla figura di un testimone dei valori cristiani nella vita politica |
Guido Mauro |
L’Aula “Sancti Petri” del Palazzo Arcivescovile di Catanzaro ha accolto nella mattinata di sabato 30 novembre le numerose persone che, volendo rendere onore alla memoria del dott. Raffaele Gentile, hanno partecipato al 4° Convegno diocesano sulla sua figura di uomo, medico e cittadino: una figura luminosa, capace di irradiare intorno a sé, come umile lampada, quella Luce di cui il Signore ha voluto fargli dono e Lui ha accettato di farsi sempre portatore, in ogni ambiente, nel corso della sua vita terrena (1921-2004).
Dopo aver presentato, nei convegni annuali precedenti, i dati biografici del dott. Gentile e gli aspetti relativi ai suoi rapporti interpersonali e al suo scrupoloso impegno professionale, quale amico affettuoso e medico generoso, il Comitato scientifico diocesano per le ricerche storiche sulle figure dei cristiani laici testimoni autentici dei valori evangelici nel nostro territorio ha voluto offrire all’attenzione dei convenuti il carattere profetico del suo impegno politico per il bene della città di Catanzaro, che, pur non essendo la sua città natale (essendo nato a Gemona del Friuli), fu la città in cui trascorse la maggior parte del tempo che il Signore mise a sua disposizione. E in questo tempo fu anche giornalista capo-redattore e direttore.
Il tema portante del 4° Convegno sul dott. Gentile è stato infatti la “Civitas”, della quale hanno parlato con ricchezza e densità di contenuti due relatori e tre testimoni, introdotti dall’Arcivescovo emerito Mons. Antonio Cantisani e abilmente collegati dal giovane giornalista cattolico Luigi Mariano Guzzo, studente di Giurisprudenza all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e protagonista della FUCI, nel ruolo di moderatore. Le conclusioni sono state tratte dall’avv. Rosario Chiriano, presidente dell’associazione “R. Gentile”, già deputato al Parlamento nazionale e presidente del Consiglio della Regione Calabria.
Le relazioni sul tema “Comunità e impegno civico” sono state curate da don Salvino Cognetti, parroco della chiesa di S. Giuseppe nel quartiere Piano Casa di Catanzaro e direttore della Scuola diocesana per la formazione socio-politica, e dal prof. Cesare Mulè, appassionato studioso della storia della nostra città e della Calabria e già sindaco di Catanzaro. Le testimonianze sono state offerte dalla professoressa Clotilde Albonico, dall’avv. Marcello Furriolo, dal prof. Franco Cimino, dall’avv. Silvestro Giacoppo.
Durante lo svolgimento del Convegno è stato presentato un interessante filmato storico sull’impegno politico del dott. Gentile e sono stati proclamati alcuni pensieri tratti dai suoi scritti, a cura del giovane studente di Giurisprudenza Sebastian Ciancio, presidente della FUCI operante nella UMG di Catanzaro. Nel filmato che ha fatto seguito alla relazione di don Cognetti i presenti hanno potuto vedere le immagini del dott. Gentile quando era giovane giornalista de “L’Idea Cristiana” (1944) e de “Il Popolo d’Oggi” (1948), con la lettera di richiesta dell’autorizzazione alla pubblicazione del giornale, con il telegramma di congratulazioni del presidente Alcide De Gasperi e con il fervido elogio di Luigi Gedda. Tra i suoi scritti merita particolare ricordo il suo invito non solo a dare ma anche e soprattutto a dare con amore.
Dando inizio ai lavori, il moderatore ha ricordato l’impegno profuso dal dott. Gentile nel suo ruolo di consigliere comunale DC, eletto nel 1946, nel 1952 e poi di nuovo nel 1964; fu un impegno caratterizzato da un forte spirito di servizio in risposta ad una chiamata, da un maturo senso di cittadinanza attiva in pari dignità, dalla partecipazione costruttiva per il bene della città, dalla consapevolezza dell’autonomia delle realtà terrene, dal rifiuto della cieca obbedienza al potere politico, dal chiaro discernimento tra “essere nel mondo” ed “essere del mondo”.
Le parole dell’Arcivescovo Mons. Antonio Cantisani |
Guido Mauro |
L’Arcivescovo emerito Mons. Antonio
Cantisani, promotore del Comitato scientifico, ha innanzitutto
ringraziato il Signore per il grande dono del Concilio Vaticano II che
Egli ha voluto fare alla sua Chiesa e alla storia dell’umanità, dal
quale emergono il primato della Parola, la centralità del mistero
pasquale, la collegialità episcopale, la partecipazione dei laici alla
vita ecclesiale e all’apostolato, la fine del rapporto conflittuale tra
Chiesa e mondo. La Chiesa non è contrapposta al mondo ma in esso è
inserita e per esso deve operare sempre in spirito di dialogo
permanente, diffondendo i piccoli semi della Parola di Dio, che
porteranno frutto nei tempi stabiliti dal Signore Gesù, Salvatore di
tutto l’uomo (non solo dell’anima). Secondo il Concilio i cristiani
laici sono chiamati ad organizzare il mondo secondo il progetto di Dio,
nel massimo rispetto della dignità della persona umana, nella promozione
del bene comune, nella cura delle attività temporali e nell’esercizio
costante della carità, di cui l’attività politica è la forma più elevata
(Papa Paolo VI). Papa Giovanni Paolo II ricordava nella “Centesimus
annus” il diritto e il dovere di tutti i fedeli laici di partecipare
alla vita politica, per quanto da molti considerata un pericolo morale:
l’assenteismo, lo scetticismo e la fuga dalla storia non si addicono ai
cristiani.
Citando poi i preziosi insegnamenti di Papa Benedetto XVI e Papa Francesco sull’impegno politico, il presule ha sottolineato i valori della competenza, della trasparenza e dello spirito di servizio; rimarcando poi la grande attualità del Convegno e l’urgenza di un radicale cambiamento qualitativo dell’impegno politico, mons. Cantisani ha orientato l’attenzione dei presenti sullo stile con cui il dott. Raffaele Gentile (discepolo di Antonio Volpati) ha vissuto da cristiano laico la sua appartenenza alla polis, servendola con grande amore e mai servendosi di essa e per questo anche pagando di persona.
Don Salvino Cognetti ha tracciato il contesto storico nazionale e locale dell’impegno politico del dott. Gentile nel secondo dopoguerra, quando la politica aveva più ampio spazio come veicolo di governo, i partiti erano canali e soggetti privilegiati di produzione di idee e di partecipazione politica e le autonomie locali comunali avevano maggiore rilevanza nel dialogo con l’autorità centrale nazionale. Oggi, invece, a causa della forte prevalenza delle attività economiche e finanziarie, della delocalizzazione delle attività produttive e della globalizzazione dei mercati, l’attività politica è molto meno incisiva e l’impegno del sindaco Giorgio La Pira per i lavoratori di Firenze non avrebbe possibilità di successo. D’altra parte alla formazione e al consolidamento dei partiti non faceva riscontro, nel dopoguerra, un’alternanza di potere tra le diverse forze politiche contrapposte: il sistema elettorale proporzionale e il forte legame tra PCI e PCUS determinarono una prolungata condizione di blocco della democrazia italiana. A livello locale, la nostra città, sempre desiderosa di pace, tranquillità e sicurezza, era caratterizzata da un’ampia prevalenza della DC, persistente fino al 1992, e da una forte presenza di massoni, confluenti nel PRI, mentre PCI e PSI avevano uno scarso spazio politico. In occasione del referendum sulla forma di Stato, i cittadini di Catanzaro si erano espressi a favore della monarchia, ma all’elezione dell’Assemblea Costituente della Repubblica (1947) ci fu una schiacciante vittoria della DC.
Il relatore si è poi soffermato sull’importanza della mozione Anile, votata nel Congresso provinciale della DC tenuto nel settembre del 1956; questa mozione, di cui Raffaele Gentile fu il primo firmatario, ha un grande valore profetico per i suoi elevati contenuti morali applicati alla vita politica ed economica, i quali dopo pochi anni costituirono i cardini dei documenti conciliari e della Dottrina Sociale della Chiesa: rispetto concreto della dignità della persona e dei principi morali, vera moralizzazione della vita politica ed economica, netto rifiuto del massimo profitto dell’imprenditore, partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, promozione dell’interdipendenza e della solidarietà nella vita sociale, chiamata universale alla custodia reciproca e alla custodia del villaggio globale, solidarietà come vincolo antropologico di alto valore simbolico, sussidiarietà per la valorizzazione di tutti i soggetti sociali in un quadro di riferimento affidato ad una responsabilità politica non invasiva, netto rifiuto di ogni totalitarismo, pluralismo politico-economico, prossimità alle persone bisognose, autonomia dei cattolici laici dalle autorità ecclesiastiche nelle scelte politiche non valoriali.
Il Congresso provinciale della DC fu tenuto in preparazione al Congresso nazionale di Trento (14-18 ottobre 1956) e a ridosso della Settimana sociale dei cattolici italiani (23-30 settembre), centrata sul rapporto tra la vita economica e l’ordine morale. Tenendo conto dell’elevata dignità della persona umana, la mozione Anile esprimeva una valutazione critica negativa dell’economia capitalistica. A proposito, poi, del dibattito politico in corso a livello nazionale sulla possibile apertura ai socialisti nell’area di governo e in vista della loro scissione in due branche (PSI e PSDI) guidate da Pietro Nenni e Giuseppe Saragat (nel 1957, dopo la rivolta ungherese), la mozione Anile esprimeva ferma contrarietà all’apertura della DC ai socialisti di Nenni per il rischio di confusione e disorientamento: le forze cattoliche non avevano alcun bisogno di stampelle. Nel 1957, dopo la rivoluzione ungherese, anche il PCI andò incontro ad una piccola scissione (Giolitti). Nel 1960 (Governo Tambroni) fu concreto il rischio di guerra civile.
Un sincero e corale ringraziamento va dunque rivolto alla memoria del dott. Raffaele Gentile, profeta per la Chiesa di oggi.
Citando poi i preziosi insegnamenti di Papa Benedetto XVI e Papa Francesco sull’impegno politico, il presule ha sottolineato i valori della competenza, della trasparenza e dello spirito di servizio; rimarcando poi la grande attualità del Convegno e l’urgenza di un radicale cambiamento qualitativo dell’impegno politico, mons. Cantisani ha orientato l’attenzione dei presenti sullo stile con cui il dott. Raffaele Gentile (discepolo di Antonio Volpati) ha vissuto da cristiano laico la sua appartenenza alla polis, servendola con grande amore e mai servendosi di essa e per questo anche pagando di persona.
Don Salvino Cognetti ha tracciato il contesto storico nazionale e locale dell’impegno politico del dott. Gentile nel secondo dopoguerra, quando la politica aveva più ampio spazio come veicolo di governo, i partiti erano canali e soggetti privilegiati di produzione di idee e di partecipazione politica e le autonomie locali comunali avevano maggiore rilevanza nel dialogo con l’autorità centrale nazionale. Oggi, invece, a causa della forte prevalenza delle attività economiche e finanziarie, della delocalizzazione delle attività produttive e della globalizzazione dei mercati, l’attività politica è molto meno incisiva e l’impegno del sindaco Giorgio La Pira per i lavoratori di Firenze non avrebbe possibilità di successo. D’altra parte alla formazione e al consolidamento dei partiti non faceva riscontro, nel dopoguerra, un’alternanza di potere tra le diverse forze politiche contrapposte: il sistema elettorale proporzionale e il forte legame tra PCI e PCUS determinarono una prolungata condizione di blocco della democrazia italiana. A livello locale, la nostra città, sempre desiderosa di pace, tranquillità e sicurezza, era caratterizzata da un’ampia prevalenza della DC, persistente fino al 1992, e da una forte presenza di massoni, confluenti nel PRI, mentre PCI e PSI avevano uno scarso spazio politico. In occasione del referendum sulla forma di Stato, i cittadini di Catanzaro si erano espressi a favore della monarchia, ma all’elezione dell’Assemblea Costituente della Repubblica (1947) ci fu una schiacciante vittoria della DC.
Il relatore si è poi soffermato sull’importanza della mozione Anile, votata nel Congresso provinciale della DC tenuto nel settembre del 1956; questa mozione, di cui Raffaele Gentile fu il primo firmatario, ha un grande valore profetico per i suoi elevati contenuti morali applicati alla vita politica ed economica, i quali dopo pochi anni costituirono i cardini dei documenti conciliari e della Dottrina Sociale della Chiesa: rispetto concreto della dignità della persona e dei principi morali, vera moralizzazione della vita politica ed economica, netto rifiuto del massimo profitto dell’imprenditore, partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, promozione dell’interdipendenza e della solidarietà nella vita sociale, chiamata universale alla custodia reciproca e alla custodia del villaggio globale, solidarietà come vincolo antropologico di alto valore simbolico, sussidiarietà per la valorizzazione di tutti i soggetti sociali in un quadro di riferimento affidato ad una responsabilità politica non invasiva, netto rifiuto di ogni totalitarismo, pluralismo politico-economico, prossimità alle persone bisognose, autonomia dei cattolici laici dalle autorità ecclesiastiche nelle scelte politiche non valoriali.
Il Congresso provinciale della DC fu tenuto in preparazione al Congresso nazionale di Trento (14-18 ottobre 1956) e a ridosso della Settimana sociale dei cattolici italiani (23-30 settembre), centrata sul rapporto tra la vita economica e l’ordine morale. Tenendo conto dell’elevata dignità della persona umana, la mozione Anile esprimeva una valutazione critica negativa dell’economia capitalistica. A proposito, poi, del dibattito politico in corso a livello nazionale sulla possibile apertura ai socialisti nell’area di governo e in vista della loro scissione in due branche (PSI e PSDI) guidate da Pietro Nenni e Giuseppe Saragat (nel 1957, dopo la rivolta ungherese), la mozione Anile esprimeva ferma contrarietà all’apertura della DC ai socialisti di Nenni per il rischio di confusione e disorientamento: le forze cattoliche non avevano alcun bisogno di stampelle. Nel 1957, dopo la rivoluzione ungherese, anche il PCI andò incontro ad una piccola scissione (Giolitti). Nel 1960 (Governo Tambroni) fu concreto il rischio di guerra civile.
Un sincero e corale ringraziamento va dunque rivolto alla memoria del dott. Raffaele Gentile, profeta per la Chiesa di oggi.
Le parole del prof. Cesare Mulè |
Guido Mauro |
Il prof. Cesare Mulè ha orientato
l’attenzione dei presenti su alcuni episodi della vita socio-politica
catanzarese nei quali il dott. Gentile fu coinvolto dopo la seconda
guerra mondiale, quando erano ancora gravi le difficoltà economiche e
sociali sia per la povertà sia per le forti tensioni fra i partiti
politici, e sul suo stile di relazione con gli altri. Dopo un breve
periodo di attivo impegno giornalistico nella diffusione dei valori
evangelici attraverso il giornale “L’Idea Cristiana”, di cui fu
vice-direttore e capo-redattore responsabile, Raffaele Gentile fu
cooptato nella DC (10-6-1944) per iniziativa del presidente Turco.
Eletto consigliere comunale nel 1946, mentre cresceva lentamente la
partecipazione dei cittadini alla vita politica cittadina, egli cominciò
a promuovere il miglioramento della sanità pubblica: nella prima
sessione post-bellica del Consiglio Comunale (28-4-1946), quale medico e
consigliere attivo, molto diligente e rispettoso dei regolamenti,
provvide ad istituire l’orario notturno delle farmacie e programmare
contributi per i reduci, per i plessi scolastici, per i lavoratori e per
la risoluzione di vari problemi sociali. Fu rieletto in seguito nel
1952, anno di una netta affermazione della DC (17 consiglieri, contro 8
del PCI-PSI) e della comparsa sulla scena politica cittadina di Gesuzza
Rizzo, l’unica donna tra tutti i consiglieri. Gentile era presente nella
chiesa di S. Rocco, dove, alla presenza del parroco don Vero, ebbe
luogo (1943) la prima riunione dei fondatori della DC a Catanzaro e dove
incoraggiò il giovane Leonetti. Il suo interesse si estendeva anche
alla politica estera, con riferimento ai tentativi dei comunisti
balcanici di insidiare l’unità d’Italia. Non si può dimenticare lo stile
pacato dei suoi rapporti con i colleghi consiglieri degli altri partiti
(il monarchico Caroleo, il socialista Paparazzo, il comunista Silipo),
improntato sempre alla serenità, espressa e diffusa con un sorriso dolce
e lieve ma indicativa di un carattere forte e di un’etica salda; per
questo era stimato anche dagli avversari, che di solito si riferivano ai
cattolici come “sagrestani”. Nessuna barriera mentale lo separava in
modo pregiudiziale dalle altre persone con bagagli culturali diversi,
con idee ed esperienze differenti; con il suo sorriso egli continua ad
attrarre ancora uomini e donne, giovani e anziani, mentalità e
generazioni diverse e «anche in quest’aula, oggi, seppure invisibile,
non è assente».
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