Premetto cordialissimi saluti per la signora, per le figliuole del Dott.
Raffaele Gentile, per tutti i suoi congiunti. Ma il mio saluto inoltre è
rivolto con affetto a tutti i presenti che hanno partecipato con attenzione a
questo interessantissimo incontro. Com’è riportato nel frontespizio dell’invito,
vorrei contemplare la svettante figura del Dott. Raffaele Gentile, tra memoria
e profezia, due momenti estremamente importanti.
Il primo riguarda innanzitutto la sua umana identità, e conseguentemente
il suo impegno storico nella comunità. Dalle riflessioni dei bravi relatori,
cui va la nostra gratitudine, è emersa una figura svettante, una personalità
robusta che, nella sua essenziale semplicità, ha coniugato la ricchezza di
tanti valori umani, nobilitati da una approfondita professionalità ed elevati da
una ricchissima spiritualità.
È chiaro che una personalità così configurata ha avvertito il bisogno
irrefrenabile di inserirsi completamente nella storia della comunità in cui ha
vissuto e dare responsabilmente il suo efficace contributo.
In questa prospettiva posso con semplicità trarne una sintesi: egli
davvero si è adoperato ad attualizzare le ricchezze delle sue umane
potenzialità, mettendole al servizio del processo di maturazione culturale,
civile, politica e religiosa della nostra amata comunità.
Dove è arrivato attraverso questo tipo d’impegno effettivo nell’ambito
della società?
È arrivato a un punto di grande ed
interessante convergenza che è quello di esaltare l’uomo nella sua dignità e di
adoperarsi in maniera efficace a dare il contributo dell’operatività delle sue
mani per costruire il bene comune. Come si può osservare, già in queste
valutazioni c’è una grande prospettiva profetica: dobbiamo mettere a servizio
della comunità in cui siamo inseriti le potenzialità che sono proprie di
ciascuno di noi.
Ma non basta perché la sua dimensione profetica va oltre questi limiti. Egli
ha capito bene che, nonostante l’attualizzazione di quelle umane potenzialità
al servizio della comunità in cui era inserito, non sono sufficienti per poter
risolvere tutti i problemi degli uomini, perché la ragione non è l’assoluto e
quindi non ha questo potere.
Ed è proprio su questi limiti che l’animo dell’uomo trova una sollecitazione
in più per orientarsi verso il trascendente da cui aspetta ausilio e sostegno per
poter davvero appagare la brama del suo spirito che va oltre le cose perché
cerca di più.
Ed ecco allora, aperto al disegno di Dio, egli attinse a piene mani da
una fonte inesauribile che è la rivelazione, quale alimento della sua fede.
Dio si manifesta all’uomo, ed è proprio la forza della rivelazione, scaturigine
e fonte di arricchimento della fede, che ha costituito un impegno costante di approfondimento
da parte di questo nostro singolare fratello.
Ha capito bene che la rivelazione è indispensabile per l’uomo perché
attraverso la luce della rivelazione, che non è certo ottenebrazione dell’intelligenza,
né coercizione della sua libertà, l’uomo può trovare una forza in più per poter
realizzare in pienezza le potenzialità della sua ragione e andare al di sopra
di essa perché la rivelazione conduce l’uomo al di là dei limiti stessi della
ragione. Alimentò così la sua fede. Ed è proprio nella forza della fede che
attinse in maniera costante ispirazione per dare corpo alla sua storica
missione.
Questa dimensione oggi è estremamente importante per gli uomini dei
nostri tempi che ravvisano l’insopprimibile tensione verso il trascendente e
l’assoluto.
Dunque il dott. Gentile si ripropone davvero come un profeta dell’umanità,
perché dice con la sua vita e con la sua missione come sia indispensabile per
l’uomo d’ogni tempo accogliere il disegno di Dio, per poter collaborare con Lui
e realizzare in pienezza la città per l’uomo
che è così rispondente alle nostre speranze.
Questo Convegno, allora, sollecita tutti noi ad impegnarci in maniera
coordinata per poter sempre più approfonditamente riscoprire la dimensione
svettante della personalità di questo nostro fratello che ci ha preceduto
nell’esperienza della fede perché in lui possiamo cogliere la ricchezza di
tutti quei valori che oggi abbiamo visti accennati e che certamente costituiranno
una ricchezza per tutti.
Il Convegno, così organizzato, sarà davvero una grande palestra di vita e
mi auguro, così come auguro al Comitato scientifico, di poter lavorare,
lavorare di concerto in questa mirabile prospettiva che ci fa contemplare nello
splendore della giusta luce la personalità svettante di Raffaele Gentile.
+ Antonio Ciliberti
Arcivescovo
metropolita di Catanzaro-Squillace
Nessun commento:
Posta un commento