1 luglio 2016. - In tale data la Congregazione delle Cause dei Santi ha emesso il Decreto di Validità della Causa di beatificazione del Servo di Dio Raffaele Gentile. Ora si passa alla costruzione della Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis

giovedì 11 luglio 2013

22. APERTO AL DISEGNO DI DIO





Premetto cordialissimi saluti per la signora, per le figliuole del Dott. Raffaele Gentile, per tutti i suoi congiunti. Ma il mio saluto inoltre è rivolto con affetto a tutti i presenti che hanno partecipato con attenzione a questo interessantissimo incontro. Com’è riportato nel frontespizio dell’invito, vorrei contemplare la svettante figura del Dott. Raffaele Gentile, tra memoria e profezia, due momenti estremamente importanti.
Il primo riguarda innanzitutto la sua umana identità, e conseguentemente il suo impegno storico nella comunità. Dalle riflessioni dei bravi relatori, cui va la nostra gratitudine, è emersa una figura svettante, una personalità robusta che, nella sua essenziale semplicità, ha coniugato la ricchezza di tanti valori umani, nobilitati da una approfondita professionalità ed elevati da una ricchissima spiritualità.

È chiaro che una personalità così configurata ha avvertito il bisogno irrefrenabile di inserirsi completamente nella storia della comunità in cui ha vissuto e dare responsabilmente il suo efficace contributo.

In questa prospettiva posso con semplicità trarne una sintesi: egli davvero si è adoperato ad attualizzare le ricchezze delle sue umane potenzialità, mettendole al servizio del processo di maturazione culturale, civile, politica e religiosa della nostra amata comunità.

Dove è arrivato attraverso questo tipo d’impegno effettivo nell’ambito della società?

         È arrivato a un punto di grande ed interessante convergenza che è quello di esaltare l’uomo nella sua dignità e di adoperarsi in maniera efficace a dare il contributo dell’operatività delle sue mani per costruire il bene comune. Come si può osservare, già in queste valutazioni c’è una grande prospettiva profetica: dobbiamo mettere a servizio della comunità in cui siamo inseriti le potenzialità che sono proprie di ciascuno di noi.

Ma non basta perché la sua dimensione profetica va oltre questi limiti. Egli ha capito bene che, nonostante l’attualizzazione di quelle umane potenzialità al servizio della comunità in cui era inserito, non sono sufficienti per poter risolvere tutti i problemi degli uomini, perché la ragione non è l’assoluto e quindi non ha questo potere.

Ed è proprio su questi limiti che l’animo dell’uomo trova una sollecitazione in più per orientarsi verso il trascendente da cui aspetta ausilio e sostegno per poter davvero appagare la brama del suo spirito che va oltre le cose perché cerca di più.

Ed ecco allora, aperto al disegno di Dio, egli attinse a piene mani da una fonte inesauribile che è la rivelazione, quale alimento della sua fede.

Dio si manifesta all’uomo, ed è proprio la forza della rivelazione, scaturigine e fonte di arricchimento della fede, che ha costituito un impegno costante di approfondimento da parte di questo nostro singolare fratello.

Ha capito bene che la rivelazione è indispensabile per l’uomo perché attraverso la luce della rivelazione, che non è certo ottenebrazione dell’intelligenza, né coercizione della sua libertà, l’uomo può trovare una forza in più per poter realizzare in pienezza le potenzialità della sua ragione e andare al di sopra di essa perché la rivelazione conduce l’uomo al di là dei limiti stessi della ragione. Alimentò così la sua fede. Ed è proprio nella forza della fede che attinse in maniera costante ispirazione per dare corpo alla sua storica missione.

Questa dimensione oggi è estremamente importante per gli uomini dei nostri tempi che ravvisano l’insopprimibile tensione verso il trascendente e l’assoluto.

Dunque il dott. Gentile si ripropone davvero come un profeta dell’umanità, perché dice con la sua vita e con la sua missione come sia indispensabile per l’uomo d’ogni tempo accogliere il disegno di Dio, per poter collaborare con Lui e realizzare in pienezza la città  per l’uomo che è così rispondente alle nostre speranze.

Questo Convegno, allora, sollecita tutti noi ad impegnarci in maniera coordinata per poter sempre più approfonditamente riscoprire la dimensione svettante della personalità di questo nostro fratello che ci ha preceduto nell’esperienza della fede perché in lui possiamo cogliere la ricchezza di tutti quei valori che oggi abbiamo visti accennati e che certamente costituiranno una ricchezza per tutti.

Il Convegno, così organizzato, sarà davvero una grande palestra di vita e mi auguro, così come auguro al Comitato scientifico, di poter lavorare, lavorare di concerto in questa mirabile prospettiva che ci fa contemplare nello splendore della giusta luce la personalità svettante di Raffaele Gentile.

 
                                                                                            + Antonio Ciliberti

                                                                       Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace

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