La presa di
coscienza politica dei cattolici catanzaresi si manifesta il 7 dicembre 1943
con la costituzione del comitato provinciale DC e il 25 con la stampa del
giornale “L’Idea cristiana” affidato
a Raffaele Gentile come vice direttore ma che appare sul foglio redattore
responsabile e connotato dall’editoriale di Antonio Lombardi che richiama
l’espressione di Pio XII della precedente ricorrenza: “Voi, voi volontari crociati di una nuova società, alzate il labaro
della rigenerazione morale e cristiana, dichiarate lotta alle tenebre della
defezione da Dio”.
Altri scritti sono di mons. Pietro
Fragola, del sac. Domenico Vero e dei laici Renato Leonetti e – naturalmente -
da Raffaele Gentile che inizia il suo pezzo citando Lattanzio –maestro del
figlio di Costantino -: “Sapienza e
religione non possono essere divise” (in Divinae Instituziones). Debbo
precisare che il giornale appare con il primo numero il 25 dicembre mentre il
Procuratore Generale emetterà il
“riconoscimento” il 14 gennaio 1944.
L’editoriale reca nel II numero il titolo
significativo “Rivoluzione sociale” in cui si prende atto del crollo di “una società vissuta sinora sulle
disuguaglianze e i principi”. Nei successivi numeri colgo testi di
risonanza nazionale ma anche ampia cronaca locale riguardante eventi,
polemiche, episodi di fervorosa attività di organismi cattolici (formazione
della FUCI, sorgere di sezioni DC in provincia, ecc.) e vari articoli sui
problemi sociali che documentano la puntuale laboriosità del redattore Gentile
che nel maggio 1944 mette bene in evidenza l’emanazione di un concorso a premi
riservato ai giovani sul tema: “Cristianesimo e giustizia sociale”.
Grande rilievo viene dato ai documenti
pubblici. La dedizione assidua e la capacità singolare del Gentile sono così
riconosciute ed apprezzate tanto che nell’aprile 1944 è nominato redattore
responsabile e nel luglio 1944 vicedirettore!
Il 10 giugno il giornale era uscito
con l’indicazione di vice direttore riconoscendo così le sue doti e capacità.
Il Comitato provinciale si era espresso con un voto di plauso dando merito alle
“sue benemerenze egli che è pulsore
fervente ed il continuatore dinamico del foglio democristiano che s’impone oggi
alla compiciazione di tutti i benpensanti”.
L’apprezzamento è consacrato anche
dall’elevato numero di lettori abbonati.
Completezza d’informazioni mi spinge a
mettere in evidenza che in quegli anni ruggenti appena aperti alla libertà e
alla democrazia e privi di risorse tecnologiche altre forze politiche entrano
vivacemente nell’agone giornalistico. Ricordo la Voce del popolo (Pci), L’ora socialista, La Nuova Calabria,
vicina ad ambienti borghesi – la coalizione antifascista organata nel CNL
talvolta mostrava forti fibrillazioni per l’insorgenza da parte della sinistra
di fratture e divergenza – L’Idea
Cristiana (25.XI.’44) in queste congiunture poneva in evidenza
l’opportunità di concordia operativa finalizzata all’imponente opera di
ricostruzione richiamando così la necessità di solidarietà di tutte le forze e
non mancò di richiamare la realtà del disastro: 5 milioni di vani distrutti, il
30% delle strade non praticabili, 13 mila ponti e l’80% di binari distrutti,
90% del tonnellaggio della marina mercantile affondato, 90% di automezzi
inservibili,un milione di ettari di terra deprivato dalla produttività.
L’inserimento di don Caporale nel corpo
redazionale è giustamente indicativo del rafforzamento anche ideologico della
DC e della aggregazione di numerose sezioni del PSA registrata tra il 13 ed il 28
settembre. Ne do conto perché sinora nessuno ne aveva fatto grato cenno:
Nicotera, Pizzo, Ioppolo, Badolato, Gasperina, Cortale, Soveria Simeri, S.
Andrea Ap.
L’assetto redazionale venne ancora modificato
con il ripristino di Gentile alla posizione di vice direttore sino al 19 giugno
data in cui chiese di essere esonerato per motivi di studio.
La graduale incidenza di L’Idea Cristiana determinò varie
polemiche promosse dalla sinistra. Esempio la Voce del Popolo (31 gennaio 1944) replica a
Mons. Fragola che aveva sostenuto sul giornale cattolico la incompatibilità di
essere insieme cristiani e comunisti (allora leninisti – stalinisti ) sostenendo
che i preti erano mangiacomunisti e seguaci di Torquemada. Altre polemiche
analoghe ma con un certo riguardo si erano avute su don Caporale (28-XI-’43).
In quegli anni il giornale comunista era firmato e animato da Francesco Maruca
che qualche tempo dopo lasciò il PCI per fondare un partito di estrema sinistra
rivoluzionaria.
L’11 ottobre 1944 grande risalto è dato
alla fusione del Partito Sociale Agrario e don Caporale chiamato a fare parte
della redazione nel numero successivo inizia la sua collaborazione al giornale come
condirettore ma non è accolta la sua proposta di cambiare la testata in “L’Idea
sociale” con la Democrazia Cristiana
avendo riscontrato identità dei programmi e delle finalità.
Registro la proposta di Renato Leonetti (sarà
Delegato prov.le dei Gruppi giovanili) per l’istituzione a Catanzaro di
un’Università degli Studi.
Non deve apparire extra – vagante il
risalto dato dal giornale alla pronunzia del CLN che astenuti i comunisti e
assenti i socialisti esprime compiacimento per le leggi a favore dei lavoratori
agricoli, e nel contempo si sconsigliano occupazioni della terra provocando
agitazioni ed illegalità.
Nelle elezioni amministrative del 1946 è
eletta la prima Amministrazione Comunale a maggioranza DC e certamente per
questa affermazione non è stato estraneo il ruolo e la visibilità
dell’impostazione cattolica di “L’Idea
Cristiana”. Così a Correale Santacroce commissario nominato dall’Amgot
subentra per volontà del popolo Vincenzo Turco.
La tristissima morte del giovane fratello
Aristide in circostanze dolorose si ripercosse su Raffaele Gentile tanto che rinchiuso
in se stesso si sospese dall’oberante incarico di Vice direttore del giornale.
Poco dopo L’Idea Cristiana chiuse il suo ciclo e si aprì una nuova fase di
presenza con la testata, Il Popolo d’oggi
(non nuova alla stampa cattolica calabrese) diretta in ideale prosecuzione da
V. G. Galati che diede più ampio spazio ai problemi culturali e resoconti di
eventi nazionali: fra i collaboratori ebbe anche Antonio Piromalli. Purtroppo
il nuovo giornale nei suoi primissimi numeri ebbe mesta dedicazione alla
scomparsa di Renato Leonetti certamente giovane di profonda fede, di elevate
qualità morali e di passione civica e sociale. Purtroppo il suo percorso in
mezzo a noi è stato breve. Ci consola il detto latino Vita mutatur, non tollitur – senza latino e da cristiano dico:
Leonetti è invisibile ma non assente.
Sulla sua scomparsa trovo scritti di uno
sceltissimo gruppo di estimatori: Ninetta Petrone, don Pietro Fragola, don
Luigi Costanzo, Filippo Vecchio, don Francesco Caporale, Francesco Abiusi e la
stampa locale. Il cattolicesimo sociale aveva perso una risorsa non fungibile.
Nel chiudere questa parte sottolineo che il
respiro del Popolo d’oggi fu ampio e
alto ed anche oneroso per Gentile stante l’assidua ed impegnativa presenza di
Galati a Roma.
Con breve ma significativa digressione è
utile porre in evidenza – come già in una lontana mia monografia (La DC in Calabria, Cinque Lune 1975) la piena
e completa adesione della DC catanzarese alla linea Sturzo sottolineata ed
incoraggiata da due lettere da intendere come messaggi del Prete di Caltagirone
e pertanto resa pubbliche. Nella prima indica e auspica lo sviluppo
dell’agricoltura e dell’industria nel quadro di un piano regionale da inserire
nel contesto nazionale per rilevare i benefici che la Calabria avrebbe potuto
dare al Paese.
Nella seconda mette in rilievo che i
calabresi nulla hanno domandato “ma tutto dato” ed augura che i democristiani
calabresi diano un contributo di “seria preparazione e di fervida attività”.
Proseguendo ricorda i tanti interventi per la costruzione d’infrastrutture ed
opere pubbliche ed esorta a battere l’analfabetismo e alla formazione dei
giovani alla professione agraria e tecnica. L’Idea
Cristiana riporta la seconda lettera con grande evidenza.
Rivedo Raffaele Gentile vivace oratore in
un’assemblea democristiana del 1948 per perorare con trasporto di fede la
necessità di un forte impegno per contrastare il rude e l’infuocato attivismo
fomentato dal blocco social - comunista. La sua persona era snella, le guance
arrossate dal calore dell’allocuzione. Nella conversazione privata aveva un
comportamento di pieno ascolto e di persuasione mai perentorio se non nelle
questioni di principio. Notavo interesse peraltro anche per il semplice
l’interlocutore.
Gentile fu il cristiano di ogni giorno.
Studente universitario e fucino, cronista attento e disponibile. Poco più che
ventenne fu dirigente di Azione Cattolica ed esponente della DC; dal 1949 al
1954, consigliere comunale dalle prime elezioni del 1946 sino al 1970 e trovò
tempo per studiare, ricercare e scrivere una decina di opere inerenti la sanità
e la religiosità. La sua attività di amministratore è tutta da riesumare.
Allorchè era necessario trasmettere idee
e programmi fu solerte e preciso dirigendo di fatto il periodico della DC che
recava una testata essenziale chiaramente definitoria: L’Idea Cristiana. Manifestò questa inclinazione collaborando non in
modo estemporaneo al nuovo periodico cattolico Comunità Nuova diretto prima da don Mario Squillace ed ora da Mons.
Raffaele Facciolo proclamato recentemente Prelato pontificio.
Nei nostri tempi scempi di eticità e di
incerte speranze e carichi di ambiguità e di bisogni occorre ricorrere alla
memoria di testimoni operosi, onesti e coraggiosi, di cristiani coerenti e
coesi nella fede.
Tempi irripetibili perché allora i
cattolici democratici fruivano di maestri come Scalise, Caporale, Galati, Anile
e di giovani ardenti per un cristianesimo vivo come Leonetti, Bova, Gentile ed
Altri.
Tempi da riattualizzare con semi di
speranza per alimentare il futuro.
Ricordiamo l’ammonizione di Alvaro: Ogni uomo è responsabile del suo tempo.
E noi?
Prof. Cesare Mulè
Presidente
Emerito Sindacato Liberi Scrittori
Regione
Calabria
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