Di Teobaldo Guzzo
Catanzaro, Aula Sancti Petri,
Secondo Convegno "Humanitas", 26 novembre 2011
Celebriamo
quest’oggi il secondo convegno di studio sulla figura, sulla personalità e
sull’azione operosa del dott. Raffaele Gentile, nella ricorrenza del 90°
anniversario della nascita.
Sul filo conduttore
del convenire quinquennale “Raffaele Gentile tra memoria e profezia”, il tema oggetto
dell’odierna riflessione sarà l’Humanitas, ossia l’uomo nell’integralità delle
espressioni umane, così come sono venute a dispiegarsi lungo i percorsi
affettivi, professionali e lavorativi della sua vita terrena.
Leggendo gli
scritti del dott. Raffaele Gentile e meditando sul suo pensiero -spirituale, culturale,
socio-politico- (in “Una vita per amore”, vol. I, “Il Pensiero”) e
ripercorrendo le testimonianze della sua famiglia, del clero, degli amici,
degli estimatori (in “Una vita per amore”, Vol. II, “Testimonianze”) emergono,
con grande evidenza, le virtù proprie del cristiano ed altre straordinarie
virtù umane e sociali, che, nel corso del suo infaticabile impegno quotidiano,
si sono via via perfezionate, nell’ascolto costante della Parola di Dio e con l’attenzione
gioiosa al prossimo, che è stato sempre il suo fedele compagno di viaggio.
Virtù, dunque.
Primariamente, le “virtù teologali” della fede, della
speranza e della carità, che lo hanno sorretto nell’incontro costante e
incessante con il Signore Dio, e, con esse, le “virtù umane” della mitezza, dell’umiltà, della generosità e della
pazienza, che lo hanno aiutato sempre a compiere buone azioni nel campo della
sua professione di medico, e le “virtù sociali”
della dedizione, della fiducia, della gratitudine, della sincerità, che lo
hanno sostenuto nella costruzione dei legami relazionali e interpersonali: tutte le virtù, nessuna esclusa, hanno
conformato quel suo modo di essere, di agire e di operare, con il quale ha
contribuito così a rinnovare, culturalmente ed eticamente, la società del suo
tempo.
E’ davvero
difficile separare l’una virtù dalle altre, pur se ognuna, meritando qualche
puntualizzazione specifica, confluisce in quella grande dimensione operativa,
ch’è il ‘servizio’, finalizzato, sempre e comunque, al trionfo del bene comune.
Il dott. Raffaele
Gentile ha sempre accolto immensamente la Parola del Signore, ha confidato
incessantemente nella volontà del Padre, ha amato smisuratamente Dio sopra ogni
cosa. E’ stato un uomo di preghiera, di speranza, di amore.
* * *
Ancora. In
famiglia, sul posto di lavoro, nella società civile, il dott. Raffaele Gentile
è stato fondamentalmente un uomo mite, comprensibile, buono con tutti.
E’ stato:
- il “buon samaritano” nella Catanzaro del
secondo dopoguerra, del secolo scorso, sollecito a rispondere ad ogni richiesta,
pronto ad intervenire in ogni circostanza;
- un uomo umile, modesto, semplice, attento agli
ultimi, ai poveri, agli orfani, agli emarginati;
- un uomo generoso, che ha vissuto la sua vita
come dono, spendendo disinteressatamente il proprio tempo per gli altri. Per
tutti ha avuto parole di conforto e di fiducia. Pur fugacemente incontrandolo
(e ascoltandolo) trasmetteva, sin da subito, sprazzi di felicità e di letizia e
si percepiva immediatamente il profumo di un credente pieno di fede e di un
uomo ricco di amore fraterno,
- un uomo paziente: innanzitutto, paziente con sé
stesso, riuscendo ad accettare con serenità le immancabili difficoltà della
vita, senza mai lamentarsi o abbandonarsi a parole di dolore, e, quindi,
paziente con gli altri, condividendone intensamente ansie, preoccupazioni,
angosce.
E poi ha svolto,
con encomiabile dedizione, la propria missione di medico e di operatore
sociale, ha riposto, con sincerità,
grande fiducia nel prossimo, non si è mai stancato di esprimere gratitudine
al Signore della storia per i grandi doni ricevuti.
* * *
Un ventaglio di
virtù davvero ampio. Nel silenzio della sua vigile coscienza e nell’obbedienza
orante al volere di Dio, le cristiane, umane e sociali virtù hanno fatto del
Dott. Raffaele Gentile un uomo buono con
tutti, un “uomo vero”, che ha dato tanto a tutti e che a tutti ha molto ancora da
insegnare.
Teobaldo Guzzo
Giornalista e
Dirigente Scolastico
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